“Marta sul marciapiede” – racconto nato alla Libera Università di Alcatraz – seminario con Stefano Benni

Seminario di “Scrittura comica e altro”

condotto da Stefano Benni

30 settembre – 2 ottobre 2011

Libera Università di Alcatraz

Marta sul marciapiede

di Sonia Ferrarotti

Marta aspettava, sul ciglio del marciapiede. Era lì, qualsiasi tempo facesse. Sapeva che prima o poi qualcuno sarebbe passato e l’avrebbe portata via. Succedeva sempre così.

Aveva conosciuto tanti marciapiedi di quella malinconica città. Una cittadina di provincia, tranquilla. “Non suzzede mai niente, cio’”è la frase più comune degli adolescenti seduti in Piazza dell’Unità d’Italia. Ma quando viene l’inverno, la città si scuote, si disordina, si sconquassa: cappelli e parrucchini si mischiano in una caotica danza, signore ben vestite e ragazze succinte cercano di tenersi salde alle corde per non essere trascinate in mezzo alla strada.

Marta aveva notato che i marciapiedi del centro, anche se sembrano più puliti, sono più scomodi. Sono stretti, pieni di vetrine dove la gente si accalca. Marta odiava il periodo dei saldi: c’era sempre qualcuno che la spingeva. Ma i peggiori erano quelli che la toccavano. Le passavano accanto e, come se nulla fosse, con un gesto quasi naturale, allungavano una mano. Non li sopportava! E si che lei era generosa, ma quel tipo di prepotenza proprio non la mandava giù. In quei momenti avrebbe voluto essere un caterpillar per passare sopra al tipo e alla sua mano del cazzo. L’avrebbe fatto diventare un bel tappeto. Un tappeto di palpatore: se lo immaginava lì spiaccicato a terra, con la sua mano bella in vista.

Lei non aveva mai rifiutato nessuno. Nemmeno Aldo, che negli ultimi mesi era ingrassato di 12 chili. Del resto aveva perso il lavoro e l’unica attività fisica la faceva con lei.

Prima, quando lavorava al cantiere navale, era muscoloso, forte. La teneva stretta stretta. E Marta si sentiva rassicurata da quell’uomo forte che la stringeva. Poi le cose erano cambiate. Aldo aveva perso il lavoro. Licenziato. Non l’aveva visto per mesi. E quando l’aveva rivisto, era irriconoscibile. Ingrassato, la pelle bianca. E il sorriso. Non c’era più.

In quei mesi era anche rimasto solo. Marta aveva capito che la moglie se n’era andata dal contenuto delle buste della spesa: era passato da 3 per 1 formato famiglia alla mezza porzione risparmio, dalla farina e lievito alla pizza surgelata.

Però, da quando era in questa situazione, aveva molto più tempo. E lo passava quasi sempre con lei.

Prima era distratto.

Una volta, mentre lo aspettava sul marciapiede fuori dal cantiere, un camion aveva rischiato di investirla. Ma lui non se n’era neanche accorto. Era uscito arrabbiatissimo da un’assemblea sindacale, dove i delegati avevano fatto capire che ci sarebbero stati tagli, ma che non potevano farci niente. Era la crisi. Esuberi. Aldo non riusciva a pensarsi come un esubero, uno “di troppo”. Era uscito e l’aveva quasi strattonata per andare via di là in gran fretta.

E dopo poco, via il lavoro, via  la moglie, via la casa. Ospite da amici.

Però adesso, finalmente,  le sue attenzioni erano solo per lei. Trascorrevano tutte le giornate insieme, e non la lasciava più sola ad aspettarlo sul marciapiede. Qualche volta la portava al molo, e si fermava ore a fissare il mare in silenzio con lei accanto.

Aveva fatto così anche quel giorno. Aveva fissato il mare per tanto tempo. Più del solito. Poi si era voltato, le aveva dato una pacca, come faceva spesso, e se n’era andato.

Di quel giorno Marta ricordava il gran trambusto, le sirene della polizia e dell’ambulanza, e gli ex compagni di lavoro che piangevano e si interrogavano increduli.

“Perché l’ha fatto?”

“Non gli era rimasto più niente”

“Ma è irriconoscibile, come fai a sapere che è proprio Aldo”

“Guarda là, sul molo, c’è la sua inseparabile bicicletta, non può essere che lui”

Poi iniziò la bora, e tutti se ne andarono in gran fretta.

Marta rimase immobile sul marciapiede.

Aspettava ancora.

Salone di Alcatraz. Stefano Benni durante il seminario. Foto Elena Altare

Gazebo di Alcatraz. Svolgimento dei compiti con i compagni di avventura. Foto: Viviana Dominici

 

Salone di Alcatraz. Stefano Benni durante il seminario. Foto: Viviana Dominici

GRAZIE LUPO! Foto: Viviana Dominici

 

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